Proposta pedagogica

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

1) IL Sé E L’ALTRO

Il percorso didattico per il C. di E. “Il sé e l’altro” vuole aiutare il bambino a cercare la risposta a tre domande fondamentali per la crescita e la comprensione di sé e del contesto sociale. Tali domande sono così formulabili: 
  •     Chi sono io?
  •     Cosa posso fare?
  •     Quali sono le cose che so e che posso imparare?

È una ricerca che il bambino non è consapevole di compiere, ma che nello stesso tempo lo interessa e lo coinvolge, poiché è proprio intorno a questa ricerca che si giocano il senso e l’unitarietà del proprio percorso esistenziale.
Le insegnanti cercheranno di accompagnare i bambini in questa ricerca, finalizzando gli interventi e l proposte alla “maturazione dell’identità”(io sono), alla “conquista dell’autonomia”( io posso), allo “sviluppo delle competenze” ( io so, io so fare).
Necessaria per la scoperta di sé è la scoperta dell’altro, alla quale si procederà  mediante attività volte allo sviluppo nel bambino di competenze specifiche che gli permetteranno di mettere a punto strumenti e strategie per un funzionale agire sociale.

2) CORPO, MOVIMENTO E SALUTE

Corporeità e motricità hanno un’importanza fondamentale per la crescita armonica della personalità del bambino, per il suo sviluppo fisico, cognitivo e comunicativo e contribuiscono al perseguimento della salute quale “stato di benessere fisico, mentale e sociale”, così come intesa dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità.
Attraverso la progressiva conoscenza e padronanza il bambino affina le capacità senso-percettive e acquisisce gli schemi motori che gli permettono di  interagire con il mondo circostante.
Il passaggio dal “corpo vissuto” della prima infanzia (in cui l’apprendimento avviene per prove ed errori) al “corpo percepito” (fase in cui volontà e progressiva consapevolezza guidano le azioni motorie, rendendo più razionale l’approccio che le raccorda alla loro rappresentazione simbolica) si attua proprio nella fascia 3-6 anni.
Tale capacità di compiere azioni prima percepite, poi memorizzate e infine rappresentate, costituisce ciò che D. Hebb ha definito “l’apprendimento intelligente”.
In tutte le attività che saranno proposte il gioco rappresenterà la metodologia privilegiata; ampio spazio sarà dato all’esplorazione dei luoghi, al rapporto e all’interazione con i compagni, alla manipolazione e all’uso di oggetti, alla possibilità di sentire ed esprimere emozioni e sensazioni. Uno spazio specifico sarà riservato alla verbalizzazione come possibilità di riflessione e rielaborazione a livello cognitivo delle esperienze vissute.  

3) FRUIZIONE E PRODUZIONE DI MESSAGGI

L’apprendimento del linguaggio che, in prima fase avviene ascoltando e imitando l’adulto, ; un processo complesso e importante per il bambino il quale va gratificato in presenza delle sue prime produzioni linguistiche.
Il bambino che entra per la prima volta nella scuola dell’infanzia è in grado di comunicare abbastanza correttamente anche verbalmente. Compito dell’insegnante è di spingere a traguardi di “avvertibili” progressi attraverso alcune strategie:
  1. Consolidare le abilità linguistiche già acquisite, attraverso un loro continuo e gratificante esercizio e favorirne di nuove sempre più complesse, tenendo conto delle effettive possibilità dei bambini, attivando un processo relazionale continuo con i pari, gli adulti e gli stimoli provenienti dall’ambiente.

  2. Stimolare i bambini a riflettere su momenti vissuti e su quesiti da risolvere esprimendo senza paura le proprie riflessioni, prestando attenzione e interesse ai loro discorsi.
 

Le esperienze e le attività che saranno proposte per questa area educativa dovranno essere centrate sulla conversazione, su situazioni dialogiche ed esperienze che comportano suddivisione e integrazione di ruoli.Per l’avvio ai linguaggi non verbali si darà spazio a quelle produzioni che guidano alla scoperta dei “metalinguaggio”. Si tenderà dunque allo sviluppo dei linguaggi creativi mediante gli strumenti grafico-pittorici, plastici, drammatici, mimico-gestuali, sonoro-musicali.

4) ESPLORARE, CONOSCERE E PROGETTARE

Al suo ingresso nella scuola dell’infanzia, il bambino ha già elaborato una serie di conoscenze o congetture interpretative della realtà che costituiscono il punto di partenza di formalizzazione. Al fine di favorire l’elaborazione e la conquista dei concetti logico-matematici e la sistematizzazione delle conoscenze scientifiche, l’insegnante potrà avvalersi di una serie di strategie metodologiche che avranno come loro fondamento l’esperienza diretta e il gioco come risorsa privilegiata. Il percorso operativo potrà avvalersi di metodi e di attività diversi, non necessariamente consecutivi, ma rispondenti all’effettivo bisogno del bambino nel contesto del gruppo e/o gruppo sezione.

Si procederà:

  1. Partendo dall’esperienza per arrivare ai concetti, utilizzando strategie di gioco: manipolazioni, esplorazioni, osservazioni, riflessioni;
  2. Affiancando nei momenti meno formalizzati l’utilizzo di materiali strutturati;
  3. Adottando (l’insegnante) il ruolo di stimolatore di idee, ipotesi, esperienze, valutazioni;
  4. Dando spazio alle concezioni iniziali del bambino  e alle sue domande;
  5. Attivando (l’insegnante) costantemente l’osservazione, la sperimentazione e la discussione collettiva;
  6. Valorizzando la produzione di pensiero proprio;
  7. Valorizzando l’errore come momento produttivo di qualsiasi ricerca e motore di pensiero critico (in quanto occasione di autocorrezione);
  8. Allestendo set ambientali organizzati in modo di favorire il lavoro autonomo e collaborativi (laboratori) e disponendo materiali, strumenti e condizioni che facilitino una pluralità di esperienze;
  9. Attivando le tecniche di problem solving.